Carità in opera contro la povertà sanitaria

GAETANO COLABUCCI, I PERCHÈ DI UN'AMICIZIA

Abbiamo intervistato Gaetano Colabucci, nuovo presidente di Assosalute e Area Managing Director Sud Europa per il Business Consumer di Johnson & Johnson.



Innanzi tutto volevo chiederle che tipo di rapporto intercorre tra una realtà come Johnson & Johnson e il Banco Farmaceutico e cosa implica dal punto di vista concreto, operativo.
Johnson & Johnson collabora attivamente con il Banco Farmaceutico già da qualche anno donando diversi medicinali di automedicazione di largo utilizzo da noi commercializzati in Italia. Nello specifico, nel corso degli ultimi dodici mesi abbiamo distribuito circa 45,000 confezioni di prodotti appartenenti ad aree terapeutiche di ampia diffusione come dolore, diarrea, costipazione, micosi, allergia e sintomi influenzali. In quanto azienda di prim’ordine nel panorama OTC nazionale non potevamo certo esimerci dall’apportare il nostro contributo ad una attività così meritoria e sempre più importante per migliaia di famiglie anche in considerazione del momento economico non particolarmente felice che stiamo attraversando.

In secondo luogo quali sono le motivazioni per un'azienda farmaceutica, quali "vantaggi" porta alla vostra struttura il fatto di supportare le attività di Banco Farmaceutico?
Più che di reali vantaggi parlerei piuttosto di benefici indiretti, come un indiscutibile ritorno di immagine sia all’interno che all’esterno dell’Azienda, o la possibilità di far utilizzare i Nostri prodotti anche a persone che in quel momento non avrebbero la possibilità di farsi carico dell’acquisto. Ma ben al di là di questo, la collaborazione con il BF si inserisce perfettamente all’interno della nostra filosofia aziendale, racchiusa nel Nostro Credo, che ci richiama alle Nostre responsabilità anche nei confronti delle comunità in cui operiamo.

Il "metodo" dei Banchi, tra cui quello farmaceutico, è quello di recuperare quanto normalmente viene sprecato per ridistribuirlo a quanti non potrebbero comunque accedere a quei beni, in questo caso ai farmaci. Questo è un atteggiamento prima di tutto "culturale", ma che ha anche riflessi operativi importanti. Nella vostra azienda sappiamo che questo è tenuto in grande considerazione, ma quali conseguenze ha avuto sulla vostra gestione aziendale?
Il nostro modo di fare business è sempre stato improntato ad una attenta gestione delle risorse, all’efficienza operativa e alla sistematica lotta agli sprechi, e supportare le attività del Banco non ha fatto altro che rinforzare ulteriormente tali principi all’interno della cultura aziendale.

Infine mi permetto di porgere una domanda personale: cosa significa per lei personalmente, oltre che come azienda, avere a che fare con il Banco Farmaceutico?
Sicuramente anche per me vale quello che sento vero per il resto della mia Organizzazione: supportare il BF rinforza in me ed in tutti noi la consapevolezza che operare nel campo della salute delle persone può e deve comportare la capacità di saper andare oltre le stringenti logiche del profitto. Una consapevolezza che – come neopresidente di Assosalute - spero di riuscire ad esprimere efficacemente anche come comparto OTC nel suo complesso.