Carità in opera contro la povertà sanitaria

MEDICINA DI STRADA

"Nel nostro sistema sanitario esistono zone di ombra, dove vivono persone che per i più svariati motivi non possono accedere alle cure: immigrati irregolari, certamente, ma anche italiani senza fissa dimora, persone che si sono trasferite e hanno avuto problemi di inserimento, border line psichiatrici e tossicomani. Ecco, queste sono le persone a cui ci rivolgiamo, anzi, che andiamo a cercare, perché sappiamo che loro non verrebbero mai da noi in ambulatorio. E' medicina di strada, è la nostra missione".

In queste prime parole di Fausto Boioli è racchiusa la missione, e anche lo spirito, dei Medici Volontari Italiani. Una realtà no profit che porta le cure in Stazione Centrale a Milano o presso la mensa "Il Pane Quotidiano", "dove ci sono persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, figuriamoci se possono 'permettersi' di curarsi. Sono persone che difficilmente si spostano, che ancora meno conoscono gli ambulatori dove possono ricevere cure gratuite; così ci spostiamo noi, e andiamo dove sappiamo di poterli trovare. Ovviamente è una medicina di primo contatto, poco sofisticata, che però ci permette di entrare in relazione con queste persone che imparano a conoscerci e a fidarsi. Per questo abbiamo aperto recentemente anche un ambulatorio in viale Padova 104, perché così possiamo effettuare visite più approfondite ed è più facile che chi ha già entrato in rapporto con noi venga per farsi curare e per ricevere quei farmaci che a nostra volta riceviamo dal Banco Farmaceutico.

Andando nei luoghi che queste persone frequentano abitualmente diventiamo una figura amica, di cui ci si può fidare, e questo consente di instaurare un rapporto positivo e di fare anche quel minimo di educazione igienico sanitarie che, soprattutto alle mamme con bambini, consentono di evitare il nascere di problemi".

Medici Volontari Italiani è una onlus che opera dal 1999, nata con l'intento di sostenere una missione in Albania, che all'epoca era un punto di emergenza sanitaria, ma già l'anno dopo è partita l'attività di medicina di strada che ancora oggi prosegue, soprattutto in considerazione del massiccio arrivo di profughi siriani ed eritrei.

"Dei profughi eritrei - sottolinea Boioli - ce ne siamo occupati praticamente da soli, non capisco per quale motivo ma ci sono realtà che non sono considerate né dai media né dal mondo delle associazioni... eppure questi uomini e donne eritree sono in situazioni ancora più precarie, per non dire di peggio. Inoltre quasi nessuno di questi parla una qualsiasi lingua europea o anche solo l'arabo, per cui è difficile comunicare anche con l'intermediazione di altri eritrei e inoltre non si fidano, non vogliono lasciare 'il gruppo' e quindi siamo costretti a fare quello che possiamo senza farli venire in ambulatorio. Questo dei rifugiati è un vero dramma, sia dal punto di vista medico che umano, basti pensare che abbiamo appena approntato 60 confezioni di medicinali contro la scabbia. In questo il supporto del Banco Farmaceutico è fondamentale, tanto più che siamo 'nati' praticamente insieme e fin dall'inizio c'è stata una collaborazione molto stretta ed efficace da tutti i punti di vista..."