Carità in opera contro la povertà sanitaria

MILANO BY NIGHT, TRA CAVALIERI E SENZA TETTO

Una serata passata in compagnia dei volontari del Cisom, Corpo italiano di soccorso del Sovrano Ordine di Malta per portare sollievo e compagnia ai senza tetto che passano la notte sotto i portici nel centro di Milano.

"Ciao, hai bisogno di qualcosa?"
"No grazie, ho tutto quello che mi serve"

Due frasi di per sé semplici, quasi banali, se non fosse che risuonano nella vuota notte estiva di Milano tra una dama volontaria del Cisom (Corpo italiano di soccorso del Sovrano Ordine di Malta) e un senza tetto che si appresta a dormire sul suo cartone.

"Ho tutto quello che mi serve".
E in effetti viene da chiedersi, cosa ci serve realmente? Cosa è essenziale per vivere? Di fronte a chi non ha un posto dove dormire e che tutto ciò che possiede è contenuto in uno zainetto questa domanda diventa ancora più urgente, e il sorriso di chi ha tutto ciò che serve ti spiazza.

Così si scambiano due parole, e si passa avanti di pochi metri: "Ciao, hai bisogno di qualcosa?" "Avete un paio di calze?" e così avanti, distribuendo succhi, merendine, acqua e quello che la generosità dei donatori ha messo a disposizione. Questa è la domenica sera dei volontari dei Cavalieri di Malta, l'unico ente religioso cavalleresco ancora esistente e prende l'avvio dall'ospedale fondato intorno al 1050 vicino alla chiesa di San Giovanni a Gerusalemme. Quasi mille anni vissuti nel binomio "Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum", ovvero difesa della fede e servizio ai poveri e ai sofferenti, che oggi si traduce in una struttura di protezione civile in grado di operare per le emergenze su tutto il territorio nazionale e che si dedica ad attività di carità come quella di assistere i senza tetto ogni domenica sera.

Facciamo tante domande a Ennio, che ci guida e ci accompagna in questo mondo di invisibili che, infatti, facciamo regolarmente finta di non vedere, ma alla fine la questione che soggiace sempre è: chi ve lo fa fare? Giovani e padri di famiglia, persone normali che la mattina dopo devono alzarsi per andare a lavorare che dedicano il loro tempo libero della domenica sera per quest'opera. Vorremmo porre questa domanda a ciascuno di loro: a don Andrea, alle giovani Chiara e Maria Sofia, a Diego e Domenico ma non serve, la risposta è davanti ai nostri occhi. L'incontro con l'ideale, l'essenziale che risponde alle esigenze di felicità e compimento della propria vita rende possibile, anzi, desiderabile di occuparsi degli ultimi senza pretese e senza recriminazioni.

Ci sarebbe da fare molto di più, ma le risorse sono quelle che sono, certo, ma si percepisce che il problema non è "risolvere" ma incontrare... infatti nel nostro giro tra corso Garibaldi e piazza Meda sono quasi una trentina le persone che si apprestano a passare la notte in strada. Ovviamente l'umanità che si incontra è la più varia, dall'italiano insospettabile e ben curato al filippino che si è organizzato con tanto di tenda, dall'arabo che aspetta la sera per poter mangiare (siamo ancora in pieno ramadan) e che sta guardando un film sul suo cellulare (!) al ragazzo dell'est talmente ubriaco da non accorgersi delle cose che gli vengono lasciate di fianco.

Chiedono, accettano, salutano e (quasi sempre) ringraziano per il piccolo aiuto, ma ancora di più per i pochi minuti in cui si sentono guardati e voluti bene, perché alla fine è questo che i Cavalieri distribuiscono realmente. I volontari non possono distribuire farmaci, ma il Banco Farmaceutico aiuta il Cisom procurando guanti, disinfettanti, cerotti, garze... insomma tutte cose che comunque servono e hanno un costo. E' quasi mezzanotte quando la nostra serata termina, ma non la loro; i volontari proseguono verso piazza della Repubblica e altre zone di Milano, termineranno verso le due...

Avere accompagnato i volontari per qualche ora è stata veramente un'esperienza bellissima, di cui li vogliamo ringraziare pubblicamente, perché la mattina dopo (e i giorni successivi) ci accompagna ancora questa domanda: ciao, hai bisogno di qualcosa?