Carità in opera contro la povertà sanitaria

ISTAT: IN ITALIA QUASI DIECI MILIONI DI POVERI

La povertà in Italia sta aumentando rapidamente su tutto il territorio, anche se si fa sentire maggiormente al Sud. E’ quanto si ricava dall’ultimo Rapporto Istat su “La povertà in Italia” reso pubblico il 17 luglio 2013, con i dati riferiti al 2012.

Lo scorso anno la povertà relativa riguardava 9 milioni 563 mila persone (il 15,8% della popolazione), in netto aumento rispetto all’anno precedente quando erano 8 milioni 163mila, mentre in povertà assoluta si trovano 4 milioni 814mila italiani (l’8% della popolazione) quando nel 2011 erano 3 milioni 415mila.

La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 990,88 euro mensili, circa 20 euro in meno di quella del 2011 (-2%).
L'incidenza di povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal 5,2% all'8,3%) e cinque o più componenti (dal 12,3% al 17,2%); tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli, quelle in povertà assoluta passano dal 10,4% al 16,2%; se si tratta di tre figli minori, dal 10,9% si raggiunge il 17,1%.
Aumenti della povertà assoluta vengono registrati anche nelle famiglie di monogenitori (dal 5,8% al 9,1%) e in quelle con membri aggregati (dal 10,4% al 13,3%).
Oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta tra gli impiegati e i dirigenti (dall'1,3% al 2,6%) e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%).

Tra il 2011 e il 2012, evidenti segnali di peggioramento si rilevano in tutte le ripartizioni geografiche: l’incidenza di povertà è passata dal 4,9% al 6,2% nel Nord, dal 6,4% al 7,1% nel Centro e dal 23,3% al 26,2% nel Mezzogiorno.

Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, la provincia di Trento (4,4%), l’Emilia Romagna (5,1%) e il Veneto (5,8%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Campania (25,8%), Calabria (27,4%), Puglia (28,2%) e Sicilia (29,6%) dove oltre un quarto delle famiglie sono povere.