Carità in opera contro la povertà sanitaria

DORNO, UNA FARMACIA CHE SI FA PAESE

Una farmacista e una volontaria, un’amicizia che diventa opera con la Giornata di raccolta nel 2003. E anno dopo anno coinvolgono tutti i cittadini in un gesto che è ormai diventato un evento per il piccolo centro della Lomellina.

Cosa succede quando è l’amicizia a muovere un’iniziativa? Che può accadere che si trova mobilitato un intero paese, per esempio per la Giornata di Raccolta del Farmaco. E’ quello che succede da qualche anno a Dorno, un piccolo paese di 5mila abitanti situato nella Lomellina, provincia di Pavia. Una realtà fatta di alcune piccole aziende e cascine di agricoltori; molti i pendolari che vanno a lavorare a Milano e Pavia. Attività diverse, che disperdono, ma il secondo sabato di febbraio da qualche anno in paese c’è un appuntamento fisso che richiama tutti.
Nel paese c’è un’unica farmacia, la Centrale. L’invito ad aderire alla Giornata di Raccolta del Farmaco arriva anche qui nel 2003 e la dottoressa Paola Perotti, titolare della farmacia, comincia coinvolgendo un’amica, Maria Chiara Villa, allora appena laureata e che oggi svolge la libera professione di nutrizionista. Si comincia in due, ma c’è subito un entusiasmo contagioso: Maria Chiara, già attiva per il Banco Alimentare, mette insieme i primi volontari, poi anno dopo anno vengono coinvolte tutte le realtà associative del paese, la polisportiva, l’associazione genitori, anche il parroco, che nella messa della domenica precedente la Raccolta non manca di ricordare questo impegno.

E’ così che cresce anche la partecipazione dei cittadini, e i risultati si vedono: dalle 248 confezioni di medicine donate il primo anno si è arrivati al doppio negli ultimi anni. «E’ commovente nel Giorno della Raccolta del Farmaco vedere arrivare in farmacia signore, anche anziane, che sfidano i rigori dell’inverno anche solo per fare una donazione», dice Maria Chiara Villa. Ma non è un gesto freddo, da ragionieri del bisogno sanitario: «In farmacia si respira un clima familiare: anche quando le signore arrivano in farmacia solo per donare sia la dottoressa Perotti sia i volontari aiutano nella scelta dei farmaci». E tutti coloro che entrano in farmacia, anche se non hanno in mente la raccolta dei farmaci, si ritrovano attirati in questa trama di amicizia: «Capita anche che ci siano persone – racconta Maria Chiara - che all’inizio non hanno alcuna intenzione di donare, poi si parla insieme e alla fine decidono spontaneamente di donare una tachipirina. Una volta è capitata una persona, aveva solo un grande bisogno di parlare, alla fine si è arresa all’evidenza di un gesto che supera i nostri bisogni».
Un fattore vincente è anche il collegamento con l’Ente abbinato alla farmacia: «E’ La Fucina di Vigevano – spiega Maria Chiara -, che tutti qui conoscono: è una casa famiglia che si occupa di bambini disabili. Ma anche qui c’è un rapporto diretto, che non si limita alla Giornata: la farmacista chiama direttamente la responsabile dell’ente, per sapere quali sono le maggiori necessità. Anche qui è nato un rapporto bello, e questo aumenta anche l’efficienza».
E coinvolgendo coinvolgendo non poteva mancare l’«amico» giornalista: «Nei giorni precedenti si dà da fare come un matto per fare uscire la notizia della Giornata di Raccolta del Farmaco su tutta la stampa locale (Il Punto, La Lomellina, L’Aurora, il Tam Tam).
L’aria che si respira a Dorno il secondo sabato di febbraio deve essere davvero diversa se qui vengono a donare appositamente anche alcune persone dei paesi limitrofi, che magari preferiscono Dorno alla più vicina Garlasco. E Maria Chiara, che coordina i volontari – nella giornata si alternano sei o sette in farmacia –, dice che il segreto è l’amicizia: «Anche la Giornata di raccolta non si esaurisce nel turno, alla sera ci ritroviamo tutti per una pizzata, è un segno che anche il gesto della donazione del farmaco è dentro qualcosa di più grande».