Carità in opera contro la povertà sanitaria

ALLUVIONE, AD OLBIA CRESCE LA DOMANDA DI FARMACI

Non è stata un’emergenza immediata, ma con il passare dei giorni si fa sempre più pressante la richiesta di farmaci per la popolazione colpita dall’alluvione. E il Banco Farmaceutico è punto di riferimento.


Quella farmaceutica non è stata un’emergenza immediata, ma man mano che passano i giorni la domanda di farmaci si fa sempre più pressante e la Asl locale ha istituito uno sportello apposito. E’ questa la situazione nel territorio di Olbia, l’area maggiormente colpita dalla alluvione di fine novembre, secondo quanto ci dice Daniela Lintas, delegata territoriale di Banco Farmaceutico in una realtà come quella di Olbia dove sono sette le farmacie che aderiscono alla Giornata di Raccolta del Farmaco. E’ una realtà piccola, giovane, eppure intorno al Banco Farmaceutico sono nati subito dei rapporti veri, e la situazione di emergenza che Olbia sta vivendo li sta facendo venire fuori. Racconta Daniela: «Sono rimasta stupita perché pochi giorni dopo l’alluvione sono stati dei farmacisti a cercarmi. C’erano persone che andavano a chiedere medicine: la farmacia era ancora in grado di provvedere autonomamente, ma si rivolgeva a noi per segnalarci il bisogno che stava emergendo. E’ sorprendente, in fondo finora il rapporto con le farmacie si era limitato alla Giornata nazionale di Raccolta del Farmaco, ma è chiaro che ci vedono come un punto di raccordo con gli enti assistenziali con cui abbiamo rapporto, una possibilità di coordinamento».
Un ruolo che non è percepito soltanto dalle farmacie. A Daniela ha telefonato anche la responsabile farmaceutica territoriale della ASL, che ha avviato uno speciale ambulatorio per la consegna dei farmaci a chi ne ha bisogno (http://www.aslolbia.it/index.php?xsl=7&s=36747&v=2&c=71). A prestare servizio nell’ambulatorio è un medico di un ente di volontariato, «ma insieme si è parlato del percorso per facilitare la distribuzione dei farmaci».
Le richieste maggiori riguardano antidolorifici e antinfluenzali, il che non è sorprendente: «I primi giorni sono stati pesantissimi – spiega Daniela Lintas -: le operazioni di sgombero delle case, la rimozione del fango, il tutto in mezzo ai residui inquinanti portati dalle acque, normale che molta gente ne abbia risentito».