Carità in opera contro la povertà sanitaria

RAPPORTO CEIS: CALA LA SPESA SANITARIA IN ITALIA

Cala la spesa sanitaria in Italia dello 0,7%, e diminuiscono i disavanzi regionali. A pagare sono però gli investimenti pubblici, sovrastati ormai da quelli privati che sono il 61% del totale. E' la fotografia scattata dal IX rapporto Ceis Sanità dell'Università di Tor Vergata, presentato il 26 settembre a Roma. Secondo i dati riportati dal Ceis (Centre for Economic and International Studies), la spesa sanitaria italiana è tra le più basse d’Europa: quasi il 24% in meno rispetto alla media dei principali Paesi UE. Nel 2011 la spesa sanitaria pro capite in Italia è stata inferiore di circa il 23,9% rispetto ai Paesi appartenenti all’EU14 (i primi paesi dell’Unione Europea ad esclusione del Regno Unito), a fronte di un PIL che è ormai inferiore del 9%. Anche la spesa sanitaria pubblica pro capite è inferiore ai Paesi EU14: il gap è del 22,2%; dal 2008, in particolare, il gap della spesa pubblica è andato incrementandosi mentre quello della spesa privata si è ridotto.
L’Italia sembra essere propensa a effettuare investimenti strutturali in Sanità, ma a farlo è essenzialmente il settore privato (nel 2011 è a suo carico il 61,2% degli investimenti fissi in Sanità): lo scenario che si prospetta è quello di strutture pubbliche obsolete, e un settore privato sempre più “appealing”. I disavanzi regionali diminuiscono, ma restano concentrati in poche Regioni (nel 2011 in Liguria, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna si concentra l’87,21% del disavanzo nazionale). Nelle Regioni “meno virtuose”, ad eccezione dell’Abruzzo, i cittadini pagano sempre più di tasca propria; aumentano le famiglie impoverite in Calabria (+7,8%), Lazio (+4,7%), Campania (+2,9%), Sicilia (+1,5%) e Sardegna (+0,9%). Nel 2012, in Italia si riducono le aziende farmaceutiche ( -5,0%) e gli occupati ( -2,3%, pari a circa 1.500 addetti in un anno). Nell’ultimo decennio (dal 2002 al 2012) sono oltre 20.000 gli occupati in meno, e diminuisce anche il numero di occupati per azienda: dai 283,6 del 2002 ai 210,3 del 2012. Ciò significa che le aziende oltre ad essere di meno, sono anche di dimensioni inferiori. Anche l’innovazione farmaceutica ne risente: sempre nel 2012 diminuiscono gli addetti alla R&S (quasi l’1% in meno rispetto al 2011), il numero di brevetti prodotti (- 27,1% nel 2010 rispetto al 2009) e gli investimenti in R&S (-1,6%). E anche l’indotto dell’industria farmaceutica ( -4,4%).