Carità in opera contro la povertà sanitaria

EMERGENZA LIBANO - Grazie a 6 aziende, donati 339.616 € di farmaci. Sono stati inviati all’Oms, insieme alla Farnesina e alla Difesa italiana

Saranno distribuiti alla popolazione in coordinamento con l’ambasciata italiana in Libano

Era ormai da mesi, da ben prima del 4 agosto 2020, che il Libano stava vivendo la più grave crisi economica degli ultimi 30 anni, sulla quale si era innestata, moltiplicandone gli effetti, la pandemia da Covid-19; poi, il 4 agosto, una deflagrazione tra le più potenti mai registrate (se si escludono le bombe nucleari), avvenuta nel porto di Beirut (centro nevralgico per la produttività libanese), ha pressoché azzerato le possibilità di ripresa del Paese, un tempo tra le economie più floride del Medioriente.

La somma di tali fattori ha provocato una situazione di estrema emergenza. In particolare, l’esplosione ha causato almeno 200 morti e oltre 300.000 sfollati. Metà delle strutture sanitarie della Capitale – riporta Caritas Italiana - non funzionano, quelle funzionanti erano già allo stremo a causa della gestione della pandemia.

Ad agosto, Regione Lombardia ci ha chiesto di intervenire. Assieme alla Regione e a Federfarma Lombardia, abbiamo lanciato un appello per rispondere all’immediato e terribile bisogno di medicine. Ci hanno risposto 6 aziende, a cui va la nostra riconoscenza. Grazie a Polifarma, Malesci, Guidotti, F.I.R.M.A, DOC Generici e Italfarmaco, attraverso due voli del ministero della Difesa, abbiamo inviato in Libano, nel quadro delle attività di assistenza umanitaria coordinate dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, rispettivamente 25.626 farmaci (pari a un valore di 192.280 €) e 12.216 farmaci (pari a 147.336,88 €).

I medicinali donati sono antistaminici, antibatterici, antimicrobici, vitamina B1, antitrombotici e antiipertensivi; in entrambi i casi, sono stati consegnati all’OMS in Libano. Saranno distribuiti alla popolazione in coordinamento con l’Ambasciata d'Italia in Libano. C’è ancora tanto da fare. In Libano, e in Italia. Continuate ad aiutarci! (scrivendo a sivia.bini@bancofarmaceutico.org)