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RACCOLTA FARMACI VALIDI: A VARESE QUASI 500 CONFEZIONI IN UN MESE

Con Giuliano Salvioni, delegato della provincia di Varese, facciamo il punto sull'avvio del nuovo progetto di raccolta farmaci validi.

A partire da metà febbraio anche a Milano e Varese, dopo l’esperimento romano che si avvia alla conclusione del 1° anno, è partita l'iniziativa di Raccolta Farmaci Validi Non Scaduti, ossia il recupero di confezioni integre di medicinali che per diversi motivi non vengono più utilizzate. Per capire meglio in cosa consiste il progetto e per fare un primo bilancio abbiamo contattato Giuliano Salvioni, delegato per la provincia di Varese del Banco Farmaceutico.

- Dottor Salvioni, in cosa consiste in sintesi il progetto di Raccolta Farmaci Validi?
Stiamo parlando di un ulteriore passo avanti del Banco Farmaceutico. Così oltre a quello che viene raccolto durante la Giornata Nazionale di febbraio e le donazioni aziendali questa terza iniziativa consente di recuperare in farmacia prodotti che possono essere ancora utilizzati. Capita frequentemente che sia per cambi di terapie sia, purtroppo, per decesso del paziente, in casa delle famiglie rimangono prodotti che non sono stati ancora utilizzati. Un tipo di prodotto che non può essere riutilizzato in maniera semplice, primo perché uscito dalla catena controllata di distribuzione, secondo perché sono confezioni senza fustella che quindi non possono essere riallocati in nessun modo dal momento che il SSN se ne è già fatto carico.
E' una materia delicata, infatti prima di partire abbiamo voluto considerare tutte le possibili criticità ottenendo il consenso sia da parte dei Nas sia da parte delle varie Asl dove questo servizio è stato attivato. Ci teniamo che sia un processo trasparente e sicuro.

- Concretamente quindi come avviene la procedura di raccolta?
Quando il familiare o il paziente portano in farmacia questo tipo di prodotti, il farmacista valuta le caratteristiche del farmaco e dà un giudizio obiettivo, quindi la confezione viene annullata tramite apposizione di un timbro rosso che dimostra che il farmaco è stato donato al Banco Farmaceutico, infine viene inserito nel raccoglitore che è stato posizionato in farmacia. Nel momento in cui il farmaco è entrato in questo raccoglitore non può più essere recuperato in nessun modo né dal paziente né dal farmacista stesso, il quale offre appunto una attività di controllo, di verifica e di consulenza.

- Che tipo di verifica viene svolta dal farmacista, e quali farmaci vengono raccolti?
Innanzi tutto verifica se la confezione è completamente integra, in buono stato e completa di tutto, compreso il foglietto illustrativo. La raccolta non si rivolge solo ai farmaci da banco come nel giorno della Raccolta ma anche quelli etici o dispensati dal SSN. Ci sono però tre categorie di farmaci che non vengono raccolti: i prodotti che sono in catena controllata di temperatura o in altre condizioni particolari di conservazione, in secondo luogo i farmaci appartenenti a una classe particolare di gravità di distribuzione, come stupefacenti o prodotti che agiscono in modo molto deciso sul sistema nervoso centrale, infine non raccogliamo i farmaci ospedalieri, perché oltre ad appartenere a tutt'altro canale distributivo, possono essere prodotti che hanno una certa severità nell'uso, indicazioni terapeutiche particolari.

-Quindi cosa succede una volta che il farmaco è inserito nel contenitore di raccolta?
Come avviene per la Giornata Nazionale anche in questo caso sono gli enti beneficiari che si fanno direttamente carico dei farmaci, con la differenza che vista la tipologia dei medicinali servono enti che abbiano al loro interno un medico. Infatti in provincia di Varese sono 56 enti che beneficiano della Raccolta di farmaci da banco, mentre in questo caso l'ente coinvolto è uno.
Dopo un mese o dietro segnalazione del farmacista un rappresentante dell'ente beneficiario munito di cartellino si presenta con apposita chiave, apre il contenitore che è altrimenti inaccessibile, recupera i farmaci e li porta alla sede dell'ente stesso. Qui i farmaci vengono registrati con un software che, di fatto, rappresenta un magazzino virtuale condiviso del Banco Farmaceutico; in questo modo altri enti possono “accedere” e richiedere quel determinato medicinale... sempre che non ne abbia bisogno l'ente beneficiario, ovviamente.

- A Varese avete già effettuato un “giro” di raccolta, qual è stato il risultato?
Sì, nelle quattro farmacie della provincia di Varese che seguo in modo diretto abbiamo fatto un primo giro di raccolta e sono state recuperate circa 500 confezioni di prodotto. Sono numeri notevoli, parliamo di un valore complessivo di circa 6.000 euro, per cui una cosa piuttosto consistente. Soprattutto se consideriamo che siamo solo all'inizio, però è certamente un'iniziativa che, anche grazie al coinvolgimento diretto e all'impegno dei farmacisti, è stato accolto con molto favore.
Ritengo che sia un'iniziativa che chiude un po' il cerchio, che inizia con la responsabilità del farmacista che consiglia il paziente, gli dispensa il farmaco, lo segue nell'aderenza alla terapia e smaltisce i farmaci scaduti. A questo punto il riutilizzo dei farmaci validi è un tassello ulteriore su cui la responsabilità può essere coinvolta.