Quando abbiamo iniziato 3 anni fa non avrei mai immaginato l’effetto che avrebbe generato questo gesto di gratuità in tutti noi coinvolti nell’organizzazione. È stata una grande sorpresa ed il primo sorpreso sono io. Ho avuto molti dubbi all’inizio dell’anno: le spese da sostenere, le farmacie da coinvolgere, la ricerca dei volontari sempre difficile… ero combattuto, da una parte la fatica e dall’altra dentro di me la consolazione della presenza di un Bene più grande. E così, un giorno, un amico mi ha mostrato una fotografia in cui era ritratto e sullo sfondo c’era una meravigliosa montagna e mi è tornata alla mente le riflessioni di Don Giussani su come porsi davanti alla realtà, pieni di stupore, come se si guardasse per la prima volta il Monte Bianco, ecco la chiave giusta! Guardare la realtà delle cose come le guardava don Giuss! E così siamo partiti: il numero delle farmacie aderenti è duplicato, abbiamo trovato un numero di volontari sufficiente a coprire i turni e reclutato il doppio degli enti. E poi durante la giornata tutto è diventato chiaro: ogni persona entrata in farmacia con le proprie tribolazioni, i propri pensieri e preoccupazioni, ognuna concentrata, chiusa nel proprio io, ha incontrato lo sguardo di uno sconosciuto, un volontario, che gli ha detto “siamo di Banco Farmaceutico, vuole donare un farmaco...?” A questa semplice richiesta, il loro volto ha cambiato espressione e lo sguardo si è allargato a qualcosa di più grande. Guardare gli occhi “nuovi” di questa gente, ha riempito di senso le mie fatiche e i miei dubbi, scoprendo, anzi avendo la conferma, che chi fa il Banco Farmaceutico, mette in gioco la propria libertà e sperimenta una grande Grazia. Qui in Argentina abbiamo cominciato molto lentamente e molto lentamente cresciamo, ma il traguardo più grande è questo desiderio, condiviso da tutto il mio gruppo, di guardare le cose come le guardava Don Giussani.
Oscar Corvalan (Presidente Banco Farmaceutico Argentina)
#JDM2015 Un Sabato d’inverno a Buenos Aires, abbastanza freddo fuori, ma caldo nelle 22 farmacie che hanno partecipato alla giornata di donazione farmaci (JDM) 2015. Più di 100 volontari si sono dati il cambio per invitare la gente a donare farmaci per i 9 enti caritativi che si occupano di quasi 300 persone. Senza dubbio i volontari hanno scaldato il clima solitamente freddo di questa stagione. Oltre un centinaio di volontari, significa più di cento storie. Ne conosciamo solo alcune e di queste abbiano dovuto scegliere quelle da raccontarvi. Ma di tutte le storie, sia di chi ha partecipato alla Giornata per la prima volta, sia di quelli che lo avevano già fatto negli anni precedenti, il minimo comun denominatore è sempre lo stesso: la novità!
Belen, una carezza di Dio "All'inizio non è stato difficile anche se ero da sola, perché entravano poche persone, Ma a un certo punto sono entrate tantissime persone e non riuscivo a parlare a tutti. Verso la fine della sera, ho iniziato a sentirmi stanca e sola e proprio quando non ce la facevo più è arrivata una ragazza a cui ho chiesto di donare che ha subito accettato e mi ha anche chiesto se poteva fare altro, ma le ho detto che aveva già fatto abbastanza donando, e così è andata via, ma dopo pochi minuti è tornata indietro dicendomi che mi avrebbe dato una mano e ha cominciato a distribuire alle persone che entravano volantini. È stato una grande sorpresa per me! Non avrei mai immaginato che potesse mai accadere qualcosa di simile! Proprio quando avevo più bisogno è arrivato qualcuno ad aiutarmi, mi è sembrato di ricevere una carezza di Dio in quel momento".
Teresa, la prima volta "All'inizio ero un po’ nervosa perché non avendo potuto partecipare al briefing non avevo molte informazioni sull'evento ... man mano che passava il tempo, mi passava il nervosismo e al suo posto mi è nata una sensazione che non so definire…come di gioia non solo perché ci sono state parecchie donazioni, era proprio bella l’atmosfera che si era creata, con il personale della farmacie sembrava che ci conoscessimo da sempre. Sembrava che Cristo fosse lì presente con noi, è stato molto bello per tutti e per me soprattutto. Grazie a tutti!”
Sonia, come la prima volta "Partecipo ogni anno, e ogni volta torno a sorprendermi perché tutto quello che vivo è come se fosse la prima volta e ogni volta scopro che l’uomo ha un’inclinazione naturale al Bene. Il quotidiano è fatto di cattive notizie, criminalità, terrorismo, inflazione, incertezza, corruzione e continue lamentele. Durante la giornata trascorsa in farmacia pochi si fermavano ad ascoltare, ma anche quelli riluttanti, dopo le prime parole su cosa fa il Banco Farmaceutico, cambiavano l’espressione e donavano, e gli si leggeva in volto la soddisfazione per aver partecipato a un gesto d’amore. Il cuore dell’uomo, aderisce naturalmente al bene, basta soltanto una proposta".
Viviana, la carità è contagiosa “La farmacia è un luogo speciale. Un posto dove le persone entrano con i loro dolori, le loro angosce e preoccupazioni. Fare del bene è contagioso, è vero che il cuore è fatto per le grandi cose. Di questo mi sono resa conto, quando molte persone ci hanno detto “no” all’inizio, ma quando hanno visto altri che donavano si sono avvicinati per chiedere e hanno donato e nonostante i loro problemi erano comunque felici”.
Guillermo "... In un primo momento non capivo che cosa era il Banco Farmaceutico, non capivo perché fare così tanto sforzo, non sarebbe stato meglio andare dalle industrie farmaceutiche e chiedere i farmaci? Ma a un certo punto, mi è scattato qualcosa dentro, in un attimo ho capito: il gesto non è solo per chi ricevere il farmaco, ma anche per chi lo dona e per i volontari che chiedono la donazione e tutti condividono la stessa gratitudine. Penso che tutti abbiano partecipato a qualcosa di grande, più grande di noi. E Chi non ha potuto partecipare? Pazienza ... il prossimo anno ci sarà un'altra occasione!”