SABATO 29 NOVEMBRE: GIORNATA DELLA COLLETTA ALIMENTARE
L'ultimo sabato di novembre è ormai una tradizione, una possibilità di dire sì e di compiere un piccolo gesto che, come per miracolo, trasforma la realtà in cui viviamo e, a volte, anche il nostro piccolo cuore, come accade in questo racconto di fantasia (ma non troppa).
Perfino una canzone di Davide Van De Sfroos inizia dicendo "Il giorno della colletta alimentare..." chissà se si riferisce proprio all'ultimo sabato di novembre, quando presso la maggior parte dei supermercati ci sono frotte di volontari che vi invitano a fare la spesa per i più bisognosi. Anch'io sono uno di loro. Dei volontari intendo. Mi ricordo i primi anni era un problema, bisognava rompere il muro di indifferenza e diffidenza delle persone, spesso non si aveva il tempo di finire la prima frase che si veniva mandati... beh, avete capito. Poi la colletta alimentare è diventata un'abitudine, una tradizione, e io invece non ne potevo più. L'ultimo sabato di novembre fa freddo, ormai le persone conoscono la colletta, i volontari sono tanti... insomma, ce n'erano di motivi per imboscarsi e far finta di niente.
Così l'anno scorso tra un tentennamento e un rinvio è arrivato il sabato della colletta e io ero riuscito a scampare da tutti i turni... almeno così credevo.
Alle sei di sera del sabato, infatti, mi arriva una telefonata di Mauro: "Sono davanti al --- a fare il turno della colletta, siamo qui solo in due, non è che verresti a darci una mano?"
"..."
"Capisco che avrai già fatto il tuo turno da qualche parte..."
"Ok, arrivo".
Così eccomi davanti al più sfigato supermercato della zona nell'orario peggiore che si possa immaginare, e di pessimo umore comincio a consegnare i volantini e i sacchetti per chiedere alle persone di fare la spesa.
Ora, per chi non avesse mai fatto questa o simili esperienze, occorre dire che di solito il volontario (o meglio, io quando faccio il volontario, altri non saprei) si arroga il diritto di capire con una sola semplice occhiata chi accetterà di fare la spesa e chi no. Ma quella sera io ero sverso, distratto, e anche un po' incavolato e così ho cominciato ad avvicinare tutti, indistintamente, anche una vecchina che in altre occasioni avrei stimato "fuori target" e che non avrebbe avuto nulla da dare. Infatti l'anziana signora mi risponde qualcosa che ascolto a malapena, tipo che era venuta solo per comprare lo zucchero o qualcosa del genere. Subito dopo un ragazzo mi passa di fianco senza neanche alzare lo sguardo. È troppo. Vado da Mauro e gli propongo un cambio: resto io a raccogliere gli alimenti da quelli che escono, così posso crogiolarmi più comodamente nel mio malumore. Tempo dieci minuti ed ecco la vecchina di prima che avanza verso di me, mi porge un sacchettino e mi dice: "Mi spiace, ma di più non potevo". Guardo nel sacchetto e c'è solo una scatoletta di tonno. In un attimo penso che davvero nessuno poteva dare di più. Così mentre se ne sta andando a mani vuote chiedo: "Signora, e lo zucchero?"
"Lo prenderò un'altra volta"
Resto con il sacchetto del tonno in mano ed è come se uno schiaffo mi avesse svegliato in quel preciso istante.
"Aspetti - grido - tenga questo" e dopo aver messo in fretta un chilo di zucchero, della pasta, della passata e una bottiglia di olio la raggiungo e con un po' di insistenza le lascio tutto quanto, con la promessa che sarei entrato io stesso nel negozio a ricomprare due volte quello che davo a lei. Così alla fine del turno entro e compro due chili di zucchero, due confezioni di pelati, due chili di pasta e due bottiglie di olio per sistemarle poi negli scatoloni.
E ora? Quel giorno, quel sabato di fine novembre ho cominciato a capire cosa significa condividere. Lo chiamano il “metodo Banchi”, la possibilità di costruire un ponte tra chi ha e chi no, dove chi ci “guadagna” però è soprattutto chi il ponte lo costruisce! Così ho cominciato a guardarmi in giro con un'attenzione che, prima, non avevo anche se facevo le stesse cose.
E proprio per questo non ho aspettato di essere chiamato dal solito amico per segnarmi il turno da fare in farmacia nella Giornata di Raccolta del Farmaco, ma sono andato subito dal mio farmacista e gli ho suggerito, anzi, gli ho caldamente consigliato di aderire, e mi sono fatto dare da lui i riferimenti delle altre farmacie di zona.
A febbraio saranno quattro, e non una, le farmacie del mio paese che aderiranno alla Giornata... Insomma, il ponte cresce... e io ci guadagno.
per informazioni:
Banco Alimentare
www.collettaalimentare.it