UNA BELLA STORIA DI AMORE
Una sera di 3 anni fa: un evento che cambia la vita di una bimba e della sua famiglia. Una rete di sostegno che si attiva, per dare speranza a chi dopo tante peripezie l’ha perduta.
Palermo, una sera di primavera di 3 anni fa, in casa di Federica si è finito di cenare e dalla finestra aperta entra il profumo di fiori e i rumori delle macchine che passano sulla strada. Federica ha un visetto d’angelo, occhi grandi e vivaci e 8 anni da compiere tra qualche settimana. E’ lì ancora seduta a tavola: ha appena detto alla mamma che sta per iniziare la sua serie tv preferita quella con una bimba che si chiama Annuccia e che non se la vuole perdere... la mamma sorride mentre sparecchia e porta i piatti nel lavabo, ma si rende conto che Federica non ha finito la frase… si volta. Federica è lì, non si muove, seduta con gli occhi persi nel vuoto. Mamma Rosa lancia un urlo, accorre anche il papà, la chiamano ma Federica non risponde. Dopo 2 lunghissimi minuti Federica torna in sé. Papà Mario si precipita con Federica in ospedale. Dai primi controlli non risulta nulla, poi però il giorno dopo l’episodio di “assenza” di Federica si verifica ancora. Ricovero e controlli e dopo 20 giorni arriva il responso: tumore al cervello e consiglio di rivolgersi all’unità di neurochirurgia pediatrica dell’ospedale Majer di Firenze. Viene ricoverata e operata.
Sono passati 3 anni, tra un mese Federica spegnerà 11 candeline. Dall’operazione ogni mese Federica deve tornare a Firenze con il papà per i controlli.
Papà Mario ha 54 anni, è un bravo papà ed è anche un bravo muratore e un capace manovale, ma non ha lavoro e non riesce a stare dietro a tutte le spese. Federica dopo l’operazione è costretta tutti i giorni a una terapia farmacologica: 2 farmaci, di cui solo uno completamente coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. Papà Mario, costretto dalle circostanze e per amore della sua bambina, non può che chiedere aiuto. Incontra Giovanni, un disabile che fa volontariato presso un’associazione.
Giovanni ha tanta gioia di vivere e uno smartphone con cui incontra il mondo, e incontra anche Banco Farmaceutico. Subito si attiva la rete di belle relazioni che sono nate dalla collaborazione con gli enti assistenziali convenzionati: suor Anna e suor Susanna mandano qualche confezione dei farmaci necessari che hanno nelle loro sede, e intanto l’azienda farmaceutica DOC Generici risponde celermente all’appello di Banco Farmaceutico e fornisce il farmaco per la cura dell’epilessia (non coperto dal Servizio Sanitario Nazionale) necessario per la terapia di un anno intero.
“Prima di entrare in contatto con questa rete – dice papà Mario - non pensavo che esistessero persone che, come Angeli, potessero aiutarmi. Questo gesto del farmaco non risolve tutti i problemi, ma mi fa sentire accompagnato. Prima di ora, dietro tutte le negazioni vissute, credevo ci fosse un mondo totalmente indifferente e mi chiedevo: come non si accorgono del mio dramma? Adesso so che non sono solo”.
Questa è una bella storia d’amore. L’amore di una famiglia per il proprio angelo, l’amore di chi dedica la vita agli altri e l’amore gratuito di un gruppo di persone che si mette in gioco per trovare una soluzione che, se anche non risolve il problema, regala a Mario, Rosa e Federica, uno spiraglio di speranza e di fiducia verso gli altri e la Provvidenza.