Carità in opera contro la povertà sanitaria

Furlan (City Angels): donare un farmaco alla GRF?
Un atto d’amore, che scalda il povero più di una coperta

La strada ti toglie la salute. I poveri hanno bisogno di cibo e vestiti. Ma anche di potersi curare. L’appello di Mario Furlan, fondatore e presidente dei City Angels.

Camminano tra i quartieri delle nostre città, in cerca di chi ha bisogno d’aiuto. Indossano una giubba rossa e un basco blu. “Così, siamo immediatamente riconoscibili da chi ci cerca. E una divisa è pur sempre un deterrente per i malintenzionati. Giriamo per le strade in squadre da 3-5 persone e può capitare, magari a tarda notte, di trovarci in situazioni a rischio. Un rischio che, comunque, è limitato al minimo”, spiega Mario Furlan, fondatore e presidente dei City Angels. “Chi ne entra a far parte – aggiunge – deve superare un esame, al termine di un corso di 2 mesi che prevede lezioni di autodifesa presso la palestra della polizia, oltre a rudimenti di primo soccorso, giurisprudenza e psicologia; in 22 anni di attività, inoltre, non abbiamo mai avuto un solo incidente”.

L’associazione, nata nel 1994 per aiutare senzatetto, tossicomani, etilisti, vittime della violenza, persone e animali in difficoltà, conta in tutto Italia più di 500 aderenti. Negli anni, i City Angeles hanno ricevuto, tra le altre cose, l’Ambrogino d’Oro, sono stati definiti da Benedetto XVI i “Boy-Scout del XXI secolo” e, da Giorgio Napolitano, “parte dell’Italia migliore”. Giusto per capire chi sono. “Alcune delle persone che aiutiamo – continua Furlan -, vengono di loro spontanea volontà nei nostri centri di accoglienza, o su nostra indicazione; altre, vanno aiutate direttamente in strada. Capita che incontriamo un senzatetto perché ci avvicina, oppure siamo noi stessi a chiedergli cosa possiamo fare per lui”.

Il disagio maggiore, in strada, lo vivono gli italiani: “Gli stranieri, di solito, provengono da situazioni talmente disastrose – conflitti, persecuzioni o catastrofi naturali – che, la nuova vita, non è peggiore di quella che facevano nei loro Paesi di origine. Arrivano in Italia mettendo, spesso, in conto un periodo di vagabondaggio. Gli italiani, invece, sono di norma più anziani e, da una vita ordinaria, sono stati precipitati nel baratro della povertà. Si tratta di cittadini che hanno perso tutto per il gioco, per l’alcol, per un divorzio, o per la crisi. E, una volta in strada, perdono anche l’unica cosa che gli resta: la salute”. La strada fa ammalare: “i poveri che incontriamo non hanno solamente bisogno di cibo, coperte, vestiti o sacchi a pelo: spesso, l’addiaccio provoca loro reumatismi, mal di schiena, dolori articolari; hanno problemi digestivi, o dermatologici. Non si lavano a sufficienza, il che causa loro piaghe della pelle o arrossamenti”.

E poi, ci sono le scarpe. “Immaginate di essere costretti a indossare lo stesso paio per mesi. Senza potervele mai togliere per il freddo. La maggiore parte dei poveri si trova in questa situazione. E ha i piedi ricoperti di vesciche”. Queste sono solo alcune delle afflizioni di chi vive per strada. “Incontriamo uomini o donne feriti (magari, un semplice graffio che non hanno potuto curare, è diventato un’infezione), ammalati o addirittura svenuti. Per aiutarli, ci servono bende, garze, disinfettanti, analgesici, farmaci per l’influenza o pomate per le escoriazioni”.

Quindi? “Ecco perché - sottolinea Furlan - è fondamentale che tutti partecipino alla Giornata di Raccolta del Farmaco di Sabato 13 febbraio. Donare, in quest’occasione, è un atto d’amore, importante e necessario. Come donare una coperta a chi ha freddo. Anzi, di più. Riscaldare chi è esposto alle intemperie è un gesto naturale; intuire la sofferenza che la malattia arreca al mendicante, è meno immediato. Eppure, un semplice farmaco può cambiargli (o salvargli) la vita”. Ma la gente non ci pensa. “Per questo – conclude il capo dei City Angels – dobbiamo fare il possibile perché tutti sappiano, e donino. E perché nessuno debba mai più scegliere tra mangiare o curarsi”.

Leggi anche:

BETANIA: COSÌ IL BANCO PROTEGGE I NOSTRI BAMBINI DALL’EPIDEMIA PERCHÉ, QUI A BUBQ, ANCHE I PIDOCCHI SONO UN’EMERGENZA…