Carità in opera contro la povertà sanitaria

LA BONTA' E' DISARMANTE

Questa è la scritta che campeggia all'ingresso dell'ex arsenale di Torino e che, non senza un velo di ironia, racconta in estrema sintesi la storia di questo luogo incredibile.

Il SERMIG - Servizio Missionario Giovani, è nato nel 1964 da un'intuizione di Ernesto Olivero con il desiderio di vivere la solidarietà verso i più poveri e dare una speciale attenzione ai giovani cercando insieme a loro le vie della pace.

Dal "sì" di tanti giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache, è nata la Fraternità della Speranza, per essere vicini all'uomo del nostro tempo e aiutarlo a incontrare Dio.
Tutto questo ha trovato un proprio spazio di espressione proprio in un ex Arsenale di guerra, una fabbrica di armi. Dal 1983 il lavoro gratuito di migliaia di persone lo ha trasformato in Arsenale della Pace. Oggi questo luogo rappresenta un vero e proprio monastero metropolitano, una casa aperta al mondo e all’accoglienza delle persone in difficoltà.

All'interno di questa struttura che vale la pena visitare (almeno in maniera virtuale: www.sermig.org), è nato 25 anni fa un ambulatorio medico, e ne abbiamo parlato con la responsabile dott.sa Mariapia Bronzino.

L'ambulatorio dell'aresenlare è stato aperto 25 anni fondamentalmente per rispondere al bisogno di chi non aveva accesso alle cure sanitarie, quindi soprattutto immigrati. Oggi la realtà è cambiata e anche il servizio dell'ambulatorio ha modificato il proprio modo di agire: da un lato ci sono più situazioni che si sono regolarizzate e quindi anche molti immigrati hanno accesso al sistema sanitario nazionale, dove però hanno difficoltà a muoversi tra servizi ed esenzioni. Così cerchiamo di offrire un aiuto in questo senso, ma contemporaneamente anche molti italiani oggi si trovano in difficoltà, soprattutto in alcuni campi come l'odontoiatria o nell'acquisto di occhiali.
Cerchiamo di offrire un servizio adeguato alla domanda e sempre più "ampio"... per esempio, alcuni chirurgi plastici che vanno a prestare servizio in Africa oggi hanno un ambulatorio anche da noi, perché anche a Torino ci sono rifugiati che hanno bisogno. Aumentano gli specialisti, aumentano i servizi.


In questo contesto qual è il rapporto con Banco Farmaceutico?
Sono diversi anni ormai che collaboriamo e per noi è fondamentale. Il Banco Farmaceutico ha questa disponibilità nell'aiutare chi offre servizi grazie a una incredibile capacità di "recuperare" medicinali che, per noi, sarebbe impossibile ottenere. Le ditte farmaceutiche conoscono e si fidano dell'attività del Banco Farmaceutico, che poi condivide quanto raccolto. Recentemente a Torino ha anche avviato la raccolta di farmaci validi non utilizzati, e noi siamo dentro questo percorso che ci consentirà di un'ulteriore fonte di approvigionamento.

Quante sono, indicativamente, le persone che si rivolgono al vostro ambulatorio?
In questi 25 anni di attività abbiamo raccolto circa 45.000 cartelle, oggi in ambulatorio svolgiamo circa 8.000 visite all'anno... e tutto gratuitamente. Tutta la struttura infatti è gestita da volontari, a partire dai 75 medici tra specialisti e di medicina generale, cui si affiancano infiermieri, farmacisti, volontari che si occupano dell’accoglienza e che seguono la parte amministrativa e burocratica.